Primo contatto con Canon R3 ammiraglia leggera, anzi leggerissima…

 

THE ULTRARACE. FAST.FASTER.ULTRAFAST. SPEED MEETS PERFORMANCE. ARE YOU READY?

Questo il titolo dell’evento organizzato da Canon Italia che lascia intuire il logos della nuova mirrorless, attualmente top di gamma, con caratteristiche e potenzialità sviscerati attraverso i dati diffusi dal sito ufficiale, oltre che in molti thread o su canali you tube di settore. Canon ha organizzato per alcuni fotografi e giornalisti una sessione nella pista privata di Arese per provare la nuova Canon EOS R3 oltre ad altre ottiche e mirrorless del sistema R. Lo scopo è condividere l’esperienza, seppur le condizioni climatiche non sono state affatto clementi e il tempo a disposizione per usare la macchina è stato minimo. 

Mi piacerebbe partire dal sistema R ripercorrendo brevemente, dal mio punto di vista l’andamento di Canon nel mondo mirrorless. Le prime R seppur avevano nel loro DNA tutte le potenzialità del dual pixel, non erano mature e mancavano di quel family feeling a cui eravamo abituati in termini di ergonomia e dislocazione dei tasti, seppur va riconosciuto che con gli ultimi FW, soprattutto le capacità di tracking erano allineate alla concorrenza di pari fascia prezzo.

Le nuove R5 ed R6, corrispondenti nell’assortimento Canon alle reflex 5D e 6D, hanno rappresentato una ventata di novità, superando le più rosee aspettative. Sensori con performance di assoluta eccellenza, capacità AF di prim’ordine, velocità operativa molto vicina alle reflex a cui si affiancavano e qualche chicca come la possibilità di registrare in 8K, hanno spinto semplici appassionati e professionisti a fare il salto nel sistema R. Questo passaggio è stato supportato anche da un parco ottiche che dimostra tutte le potenzialità del nuovo sistema, partendo dalle lenti EF già disponibili nella propria borsa, che a detta di tutti funzionano meglio che su reflex, ed io non posso che confermare. Come sempre per chi vuole di più l’unica strada sono le nuove lenti RF che rappresentano al meglio la visione d’insieme dell’aggiornato sistema EOS R di Canon, mai lenti copiate dal precedente assortimento, ma lo scopo ben chiaro di proporre ai fotografi nuovi vantaggi e possibilità espressive. Addirittura ho scoperto che i super buiotti fondi di bottiglia F11 sono molto apprezzati dai nostri corpi speciali per condurre indagini, questo per spiegare che se un prodotto è ben studiato e persegue un’idea di sistema più ampia del singolo obiettivo perseguito, i risultati saranno migliori delle aspettative.

Questa evoluzione permette agli utenti di poter scegliere tra una vasta gamma di corpi e relativi sensori, nonché un’ampia varietà di ottiche sia native che non, che senza alcun indugio permette di ottenere i migliori risultati possibili.
La EOS R3 ha un form factor professionale simile alle famose serie 1 ma con dimensioni e pesi ben più contenuti, infatti si risparmiano 428 gr rispetto alla 1 Dx III e in mano si sentono, messa vicino alla R5 con BG posso dire che gli ingombri sono alla pari. La nuova forma ha permesso una dislocazione dei pulsanti più comoda e almeno per me che ho le mani grandi, ancora più confortevole, nonché l’utilizzo di una batteria da ben 10,8 volts per 30Wh, quindi con meno pensieri per quanto riguarda l’autonomia e con la possibilità di far funzionare al meglio i nuovi RF 400 e RF 600, che purtroppo mi sono sfuggiti nella prova, eravamo un nutrito gruppo e non c’era disponibilità di tutto per tutti. Il display ha la stessa dimensione di quello della R5 ma con circa 4,15 milioni di punti, cioè il doppio. Queste caratteristiche unite ad un sensore esclusivo Dual Pixel CMOS stacked retroilluminato da 24 megapixel, novità assoluta e interamente progettato e realizzato in casa, permette a questa macchina una velocità di raffica elevatissima, raggiungendo i 30 fotogrammi al secondo con raw completo a 14 bit e senza blackout EVF in modalità otturatore elettronico.

La Canon R3 è ovvio che sia pensata per un uso professionale, sicuramente foto-giornalisti e fotografi sportivi potranno affiancare o sostituire le loro serie 1 Dx senza dover sacrificare il workflow, che potrà così rimanere altrettanto snello ed efficace al pari di una 1Dx, aggiornandolo con i molti vantaggi del sistema senza specchio.

Un’ aiuto arriva da una funzione già conosciuta e usata da Canon alla fine degli anni ’90, parliamo dell’ Eye Control, ovviamente perfezionato per l’uso odierno. Questo sistema permette la scelta del punto di messa a fuoco semplicemente guardando il soggetto all’intero del mirino EVF da 5,69 milioni di pixel, direttamente derivato dalla R5 ma con in più la possibilità di simulare l’OVF tramite funzione HDR. Sicuramente sulla carta c’è chi fa meglio, ma anche peggio, io posso solo dire che la visione non è stancante e al pari di quello della R5 direi che riesce a mostrare una scena sorprendentemente realistica del mondo di fronte a noi, anche se ancora siamo lontani dalla “verità” a cui ci ha abituato uno specchio, quindi per molti settori credo che già oggi ci siano le tecnologie per soddisfare tali esigenze al 100%, per chi cerca macchine adatte ad affrontare situazioni al limite e fortemente dinamiche, sicuramente in futuro arriveranno soluzioni che diminuiranno il gap Reflex-Mirrorless fino a ribaltare la situazione.

L’Eye Control rimane un’ importante caratteristica, una funzione unica nel settore che, soprattutto in situazioni dove ci sono più soggetti e si necessità di rapidità nella scelta del punto di MAF, permette una grande rapidità di esecuzione, il movimento all’interno dell’oculare è fluido e senza tentennamenti, posso dire che una volta assimilata nel proprio flusso di lavoro sembra non se ne possa più fare a meno. Ho avuto esperienze con questo sistema già con la mia EOS 30 V Date dei primi anni 2000, che allo stesso modo utilizza una serie di raggi infrarossi, puntati sull’occhio dell’utente così da rilevare la posizione dell’occhio mentre si muove osservando la scena da fotografare. Il sistema è semplice da calibrare, un po’ come quando si calibra l’iPhone per leggere l’impronta sul tasto home e ho notato miglioramenti man mano che lo utilizzavo, diventando sempre più preciso ad ogni nuova calibrazione dell’occhio, dovuto ad una sorta di media ponderata fatta automaticamente. Certo che ricordare come mettevo a fuoco con l’occhio utilizzando i 7 punti AF della EOS 30, rispetto all’esperienza di questa R3, che mentre segue un soggetto può spostare l’attenzione su un altro sfruttando all’occorrenza le 1053 aree AF direi che fa un pò sorridere.

Concludo la panoramica ricordando che l’AF lavora fino a -7,5 EV (con obiettivo F1.2), anche senza strumentazione apposita credo di poter confermare la bontà di questo dato, visto che in pista ad Arese abbiamo scattato quasi al buio e sotto la pioggia battente, si lavorava non sotto i 25600 ISO, ma la macchina inquadrava e metteva a fuoco anche sagome appena accennate e scure, senza indugi.

Che la R3 sia veloce non c’è dubbio, i 30 fotogrammi al secondo a piena risoluzione sono solo un indicatore delle capacità dinamiche. Altre specifiche come il tempo di ritardo dell’otturatore elettronico pari a soli 20 ms, la velocità d’accensione di soli 0.4 secondi, per essere subito pronta all’azione e una velocità di messa a fuoco di soli 0,03” insieme a un nuovo algoritmo AF interamente rivisto, danno un quadro tangibile di cosa è capace questa macchina.

Una funzione che mi ha incuriosito è la regolazione del flickering, in questo caso è possibile impostarne la frequenza o farla calcolare alla macchina, ed è possibile inserirlo in tutte le modalità di scatto con otturatore meccanico/meccanico+elettronico /elettronico. Credo sia un’opzione in più che in alcune situazioni, se ben utilizzata può essere veramente d’aiuto.

Non mi dilungo troppo sulla funzione di riconoscimento degli sport motoristici, anche perché fotografando auto coperte non ho potuto verificare la capacità di cogliere e mettere a fuoco il pilota o il casco, piuttosto che il veicolo nel suo insieme.

In conclusione la Canon EOS R3 mette insieme risoluzione, velocità, prestazioni e grandezza dei file in linea con le aspettative dei professionisti, nulla è pensato per eccentricità o puro marketing, credo che sarà molto apprezzata da questa categoria di professionisti poco inclini alle chiacchiere e disposti a investire sui contenuti e i risultati finali, consiglio a chi è interessato di andarla a provare quanto prima e farsi un’idea delle prestazioni.

Senza dimenticare che il FW della Canon EOS R3 che ho provato era 1.0.0, quindi ad maiora .

Vorrei inoltre ringraziare di cuore Alberto Czajkowski per la passione e l’esperienza profusa in questi eventi, ogni volta è l’occasione per imparare qualcosa di nuovo e per vedere le cose da un punto di vista diverso dal solito.

Come sempre Alberto Czajkowski ha coordinato i fotografi professionisti intervenuti sulla pista per la prova delle nuove EOS R3, come già anticipato il tempo non è stato clemente, ma nessuno ha mollato e questa nuova EOS ha dimostrato di essere al pari delle grandi Canon professionali.

Il buio ormai ci avvolgeva

Nei Canon point distribuiti sulla pista, Alberto Czajkowski, oltre al supporto logistico e di “divulgatore” delle reali capacità di queste mirrorless di ultima generazione, verifica i settaggi delle 

EOS R3 sotto la pioggia battente, ma inarrestabili come ogni Canon EOS. 

Alberto Czajkowski verifica i settaggi delle EOS R3 messe a dura prova dal freddo e abbondante pioggia.

 

 

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